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"Il viaggio attraverso gli scritti e le immagini di Mazzon-Sacchi è stato un perdermi in silenzi fatti di colori e di vita. Non i colori delle città o la vita 'incastrata' tra le pieghe del quotidiano ma colori musicali, veri, tangibili e di vita, di quella vita che 'è un gioco, come la musica, si gioca, si suona'. E poi c'è il tempo, quel tempo che non 'scolora' mai, quello che va oltre le sagome-ombra sui prati dipinti ancora d'inverno, o leggero e silenzioso arriva e diparte con la sua 'zavorra' come la nebbia nei campi e tra i rami e il divenire 'un pioppo tremulo/in riva a un fossato/ma il tempo/ mi sfiora come un fruscio/ che mi desta.'è semplicemente un chiudere gli occhi. Ora, in punta di piedi mi sposto dietro le quinte e lascio voi lettori andare alla scoperta delle tante altre chiavi di lettura di quest'opera, augurandovi che il viaggio che Guido e Marta ci hanno regalato, possa essere unico anche per voi come lo è stato per me". (Antonietta Meringola)